domenica 30 ottobre 2011

Raccolta delle olive anticipata, buona resa e magro raccolto

La raccolta delle olive, quest'anno, è stata anticipata di quasi un mese, afferma la Coldiretti, con valori in resa inferiori alle medie. Non posso certo smentire questi dati ma bisogna tener conto che, in Italia, la panoramica olivicola è molto variegata. Nella zona della Valdera in Toscana, ed in particolare nell'area delle Colline Pisane, l'anticipo della raccolta può essere stimato in una quindicina di giorni. In molti, me compreso, hanno iniziato a raccogliere nella prima metà di ottobre mentre l'anno precedente le prime reti si sono viste dalla seconda metà di ottobre.

La precoce maturazione delle olive è stata favorita dal protrarsi del caldo in tutto il mese di settembre e ottobre. Le alte temperature di questi mesi hanno anche favorito la proliferazione della mosca dell'olivo che ha danneggiato seriamente i frutti di coloro che non hanno trattato o che si sono limitati a trattamenti meno aggressivi e più radi. Gli effetti della mosca olearia si sono assommati ad una annata non particolarmente generosa e nei frantoi la situazione è abbastanza desolante con piazzali semi-vuoti e malcontento generalizzato.
Per quanto riguarda la resa in olio della frangitura ho invece notato un incremento con punte fino ad oltre il 17% (contro il 12% dell'anno precedente). L'impennata della resa è da attribuirsi al caldo di questi mesi ed alla assenza di precipitazioni.
La buona resa non sarà tuttavia sufficiente a compensare la scarsità dei raccolti. L'olio di oliva extravergine quest'anno sarà ottimo, ma una merce rara. Chi acquista dovrà quindi stare particolarmente attento ad evitare le fregature.

Il consistente anticipo della maturazione conferma la strategia di non affidarsi al calendario per iniziare a raccogliere. Il monitoraggio dell'invaiatura delle olive continua a dimostrarsi la metodologia più efficace per iniziare la raccolta delle olive nel momento ideale.

sabato 29 ottobre 2011

E-cat, il giorno dopo. Chi è il cliente misterioso?

Il tanto atteso test dell'impianto E-cat da 1 MW di potenza si è concluso ieri con successo ed il misterioso cliente è soddisfatto. Questo è quanto afferma Andrea Rossi nelle poche esternazioni sin'ora rilasciate. Come promesso dall'inventore, sul suo Blog, è stato pubblicato un report relativo al test dell'impianto. L'ultima fatica di una giornata forse storica e di certo impegnativa è stata la rettifica di alcuni dati avvenuta dopo le 2 di notte.

L'impianto, funzionando 5,5 ore ininterrottamente dalle 12:30 alle 18:00 ha prodotto 2635 kWh di energia in modo pulito, senza emissioni di alcuna sorta ne radiazioni.  Ciò equivale ad una potenza media poco inferiore a 0,5 MW. Il dimezzamento della potenza dell'impianto (0,5 MW anzicché 1 MW) è stato voluto da Andrea Rossi per ragioni tecniche ma ciò non sminuisce la straordinarietà dei risultati e della sua invenzione.

Nel report compaiono svariati dati tecnici il cui scopo è quello di misurare l'energia prodotta dall'impianto. Semplificando il concetto per i non addetti ai lavori, ecco cosa è avvenuto. Durante il funzionamento dell'impianto, ben 3716 litri di acqua sono stati scaldati e fatti evaporare. La misurazione di queste quantità, ed alcune nozioni di fisica, hanno permesso di calcolare l'energia prodotta dall'impianto.

Oggi, pare che Andrea si sia concesso una giornata di svago sul campo da tennis. Un meritato premio dopo il successo della sua impresa. L'impianto è stato venduto ad un cliente che per ragioni di riservatezza rimane sconosciuto. Questo fatto ha creato una morbosa curiosità in tutta la blogosfera. Chi sarà mai il cliente che si è accaparrato il primo esemplare dell'invenzione più rivoluzionaria dell'umanità? Perché ha richiesto l'anonimato?? E quali saranno i suoi progetti???

Se l'invenzione è solida come ci è stato fatto presagire prima o poi ne sarà sviscerato ogni suo segreto. Probabilmente saranno necessari anni perché venga industrializzata e commercializzata ma col tempo entrerà anche nelle nostre case o magari nel locale tecnico al posto di quelle sanguisughe di caldaie a gas. Per il rifornimento non saranno necessari ne gasdotti ne autobotti e potremmo ricevere il nostro fabbisogno di Nickel per posta.

Ma tornando al cliente misterioso perché questa bramosia di conoscerlo? L'identità del cliente è attualmente una misura indiretta della bontà dell'invenzione di Andrea Rossi. Più il cliente è autorevole e più sarà confermata la solidità e veridicità dell'E-cat. Per questo è importante!

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giovedì 27 ottobre 2011

E-cat, una seconda chance per l'umanità... è difficile crederci

L'invenzione di Andrea Rossi, l'E-cat (Energy Catalyzer), sta catalizzando anche l'attenzione di tutti noi. Dopo la dimostrazione del 6 ottobre 2011 siamo ora in attesa del prossimo evento che, secondo la tabella di marcia dell'inventore, è previsto per domani 28 ottobre 2011. Il test, questa volta riguarderà un impianto E-cat da 1 MW e si terra a porte chiuse in quanto finalizzato alla commercializzazione del prodotto.

L'impianto da 1 MW è costituito da 52 unità E-cat riposte all'interno di un container (vedi foto). Ciò fa pensare alla modularità e scalabilità degli impianti e quindi alla possibilità di comporli in funzione delle esigenze di potenza. Per riscaldare un'abitazione sarebbe sufficiente un modulo E-cat, per un condominio ce ne vorrebbero una trentina e così via.

L'impianto da 1 MW, riferisce Andrea Rossi, necessita di circa 10 kg di Nickel e 18 kg di Idrogeno per funzionare in continuo per 6 mesi. Facendo le dovute proporzioni, un singolo modulo, richiederebbe circa 200 g di Nickel per riscaldare un'abitazione giorno e notte per tutta la stagione fredda (mediamente 6 mesi) con una spesa di circa 10 euro. Un bel risparmio per una famiglia che per stare al caldo (e spesso neanche troppo) è costretta a sborsare alcune migliaia di euro.


Questo, in modo molto approssimativo, da un'idea della portata di questo innovativo macchinario. Ma le possibili applicazioni non si limiterebbero certo alla produzione di calore per riscaldamento e tutto il settore dell'energie sarebbe completamente rivoluzionato.

Rivoluzione planetaria o bufala cosmica?

In un epoca segnata dalla continua emergenza ambientale non è facile credere che uno scatolotto magico salverà il mondo, non senza aver prima condotto approfondite verifiche. Ma se invece fosse vero e disponessimo di energia pulita a costi bassissimi, cosa accadrebbe?

Senza dubbio la Terra tirerebbe un bel sospiro di sollievo ed anche noi. Un taglio netto alle emissione inquinanti ed in particolare alla produzione di CO2 arresterebbe, si spera, il cambiamento climatico e le città sarebbero più pulite e vivibili. Naturalmente cesserebbe il continuo saccheggio delle risorse di combustibili fossili ed i tanti disastri ecologici. Disponibilità illimitata di energia significa anche maggiore disponibilità di acqua e cibo che necessitano di energia per essere prodotti come del resto la quasi totalità di ciò che ci circondo, dall'edilizia ai prodotti industriali (auto, elettrodomestici, etc) e le infrastrutture.

L'impronta ecologica dell'umanità, d'improvviso, diventerebbe più contenuta e non dovremmo più preoccuparci di cercare altri Pianeti; la Terra risulterebbe più che sufficiente per noi e capace di ospitare una popolazione ben maggiore di quella attuale.

Inevitabilmente mi viene anche da pensare al paradosso di Jevons secondo il quale i miglioramenti tecnologici che accrescono l'efficienza e quindi la disponibilità di una risorsa portano ad un maggior utilizzo della stessa. Nel caso specifico la maggior disponibilità di energia e di buona parte degli altri beni porterebbe ad un aumento generalizzato dei consumi.

Certo, alcuni paesi e settori industriali riceverebbero un bello scossone, alcuni equilibri cambierebbero. Dovrebbero essere completamente rivisitate anche le politiche energetiche e sulla sostenibilità ma credo che faremmo uno sbaglio ad allentare le redini e l'impegno sull'ambiente. I problemi sarebbero solo rimandati nel tempo perché il nostro Pianeta resta comunque finito e, se non giocassimo meglio questa nuova chance, tornerebbe ad essere presto piccolo ed insufficiente.

Se invece si trattasse di una bufala cosmica nulla cambierebbe. Ancora poche ore e forse lo scopriremo...


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sabato 22 ottobre 2011

Micro e mini eolico rilanciano i generatori ad asse verticale

Il mercato dell'energia eolica è stato, sin'ora, dominato dalle grandi turbine eoliche orizzontali (HAWT). Solo queste, infatti, si sono dimostrate convenienti dal punto di vista economico. Per massimizzare la produzione energetica richiedono siti adeguati caratterizzati da forti venti costanti per direzione ed intensità.

generatori eolici ad asse verticale (VAWT) non hanno avuto il medesimo successo commerciale. Dal punto di vista teorico potrebbero essere altrettanto, o forse poco meno, efficienti ma evidentemente l'ingegnerizzazione di questa tipologia di generatori eolici risente ancora di qualche limitazione. Tuttavia, a livello sperimentale, la panoramica di turbine ad asse verticale è particolarmente ricca. Basta farsi un giro in youtube per rendersi conto di quanto questa tipologia di turbina abbia stimolato l'ingegnosità. Tutte le realizzazioni sono comunque riconducibili a due architetture di base, la Savonius e la Darrieus ed a volte un mix delle due.

Le preferenze continuano a premiare i generatori classici ad asse orizzontale in quei siti privi da ostali e caratterizzati da un ampio fetch che permette al vento di montare (altopiani, aree rurali, etc). Ma ora, con il crescente interesse per le installazioni urbane e suburbane di impianti eolici di piccola taglia, le turbine ad asse verticale potrebbero essere rivalutate.



La Sauer Energy è convinta di questo ed ha sviluppato una turbina orizzontale di minute dimensioni adatta per installazioni domestiche, in centri commerciali, palazzi, scuole, piccole realtà rurali, etc.

Un piccolo gioiello tecnologico attentamente ingegnerizzato dalle buone prestazioni energetiche anche là dove i venti sono discontinui, meno intensi e più variabile nella direzione.


I suoi punti di forza non si limitano a questo. A rendere appetibile questa tipologia di generatore eolico è anche la facilità d'installazione, le ridotte esigenze di manutenzione (potendo sistemare l'elettronica in basso), il ridotto inquinamento acustico, la maggiore sicurezza per le cose e per le persone e la minor pericolosità per i volatili.





martedì 18 ottobre 2011

Cercasi giornalisti, articolisti, blogger... ma ancora per poco


In un futuro prossimo, e nemmeno tanto lontano, i computer potranno insidiare anche il mestiere di scrivere. A sostenerlo è uno dei co-fondatori della azienda Narrative Science che si sbilancia addirittura nel predire che entro 5 anni un software si aggiudicherà il premio Pulitzer.

La Narrative Science è un'azienda americana che ha sviluppato una speciale tecnologia software capace di generare titoli di testa, notizie, rapporti di settore, sommari e molto altro ancora, trasformando i dati raccolti da un archivio in contenuti editoriale di alta qualità. I contenuti sono originali e redatti con uno speciale punto di vista elaborando informazioni numeriche o testuali come statistiche, bollettini, risultati sportivi, trend finanziari, etc.

La notizia è stata accolta dal mondo dell'editoria con una certa dose di preoccupazione. E sì, perché proprio in questi anni, la scrittura di contenuti, sta vivendo una speciale effervescenza con toni chiari e scuri. Accanto alle maggiori testate giornalistiche digitali ed ai giornalisti più solidi una popolosa schiera di articolisti più o meno improvvisati tappezzano le pagine della rete. Si chiamano blogger, publisher, web writer, copy writer, ghost writer... e scrivono. Qualcuno anche molto bene.

La competizione si allarga a macchia d'olio, ed ora... ci mancavano anche le macchine a rubarci il mestiere! Il programma della Narrative Science viene già utilizzato con successo da alcune grandi testate giornalistiche per riassumere i risultati sportivi. Ed è anche economico, solo 10$ al pezzo.

C'è da temere dunque? Non credo proprio, qui in Italia i "programmi scrittori" sarebbero spazzati via dalla concorrenza: gli articolisti, spesso, si accontentano di molto meno!

Non è la prima volta, e certo non sarà l'ultima, che le macchina ci sostituiscono nelle nostre attività. Una intrusione che a volte subiamo e a volte ci solleva ma che in ogni caso abbiamo sempre superato. Se invece mi dovessi sbagliare potremmo sempre darci all'ippica... o le macchine faranno anche quello!?

domenica 16 ottobre 2011

Fusione nucleare a freddo, l'E-cat di Andrea Rossi sembra che funzioni

Di fronte alle dimostrazioni dell'E-cat dell'inventore Andrea Rossi due sentimenti contrapposti si sovrappongono. Da un lato lo scetticismo che quel marchingegno nasconda un trucco, dall'altro il desiderio che davvero funzioni. Perché se davvero funzionasse, molte cose in questo Pianeta potrebbero cambiare, in meglio naturalmente.

L'E-cat (energy catalizer) è un dispositivo, inventato dall'ingegner Andrea Rossi, capace di realizzare una fusione nucleare a freddo. Ha le dimensioni di un bauletto ed al suo interno si trovano il reattore, di circa 0,5 litri di volume, ed uno scambiatore di calore.

Per innescare il processo, si scalda il reattore mediante una resistenza elettrica e raggiunta la temperatura di circa 60°C, la reazione si autoalimenta (auto-sostentamento) producendo calore per ore ed ore. Lo scambiatore serve proprio a sottrarre questo calore ed allontanarlo sotto forma di acqua calda da utilizzare, in una eventuale applicazione, come meglio si ritiene.

Giusto per semplificare il concetto, in una fusione nucleare, gli atomi, che normalmente se ne stanno ad una certa distanza gli uni dagli altri, si fondono l'uno con l'altro generando un nuovo atomo con un nucleo più grande e rilasciando tantissima energia, quell'energia di cui abbiamo tanto e sempre più bisogno.

Siamo abituati a pensare alla fusione nucleare con una certa apprensione ma nel caso dell'E-cat i pericoli paiono inesistenti perché nella reazione nucleare vengono emessi solo raggi gamma, facilmente schermabili con un'involucro di piombo, mentre non vi è presenza di neutroni che sono quelli più insidiosi, distruttivi e difficile da schermare.

Fatto salvo per il piccolo quantitativo di energia elettrica necessaria per l'avviamento, l'E-cat impiega pochi grammi di idrogeno nickel che, nella reazione nucleare, si fondono trasformandosi in qualcos'altro, forse rame. Un pizzico di idrogeno e nickel, dal valore economico di pochi decimi di euro, in cambio di decine di kWh. Insieme all'idrogeno e il nickel è presente anche un additivo che funge da catalizzatore che è l'ingrediente della ricetta segreta di Andrea Rossi e per ora rimane un mistero.

La straordinarietà dell'E-cat e della fusione nucleare a freddo, a parte il fatto di rappresentare una nuova branca della fisica nucleare fin'ora trascurata dal mondo scientifico, consiste nella possibilità di produrre tanta energia in modo economico. Questo apre a molteplici scenari ed applicazioni. Nell'immediato potrebbe essere utilizzata per la climatizzazione, per potabilizzare l'acqua del mare, per processi industriali, etc.

L'ultima dimostrazioni dell'E-cat è avvenuta a Bologna il 6 Ottobre 2011 in un capannone industriale in presenza di poche persone invitate per l'evento. Alcuni scienziati, giornalisti, blogger e forse qualche imprenditore assistono ad un miracolo della fisica o forse ad un abile trucco con un occhio sulle strumentazioni di misura e l'altro in cerca di un doppio fondo, un filo nascosto...

Sin'ora nessuno era mai riuscito a realizzare la fusione nucleare a freddo con esiti significativi in termini di stabilità, ripetibilità e quantità di energia prodotta. Per questo è difficile credere che una macchina apparentemente così semplice ed essenziale come l'E-cat possa rivoluzionare la fisica e forse il destino dell'umanità.

Ma le misurazioni affermano il contrario, l'E-cat sembra proprio che funzioni.


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martedì 11 ottobre 2011

Mini eolico portatile

L'azienda Arista Power ha recentemente introdotto una nuova micro turbina eolica portatile progettata per fornire corrente elettrica in luoghi remoti o sprovvisti di allacciamento alla linea elettrica. Niente di tascabile, per intendersi ma con un peso inferiore a 7 kg può essere facilmente trasportata in una custodia di piccole dimensioni.

La turbina mini eolica dispone di un generatore a magneti permanenti e 3 pale con diametro di 1,12 metri. E' progettata per produrre energia con venti da 3 a 20 metri al secondo e non necessita di manutenzione.

Il kit completo è disponibile in due versioni.


Charger 300i - è la versione più compatta con controller integrato ed è pensata per ambienti difficili.  In una applicazione tipica richiede un palo tra 6 e 9 metri di altezza per ridurre anche la lunghezza dei cavi dalla turbina alla batteria.

Charger 300e - dispone di un controller separato ed è più adatta ad installazioni semi-permanenti con torre di altezza superiore ai 9 metri. E' una soluzione più flessibile che supporta anche sistemi ibridi solare/eolico per la produzione di energia elettrica.


La nuova serie di turbini mini-eoliche portatili potrebbe risultare adatta a molteplici applicazioni: abitazioni, rimesse, fabbricati agricoli non servite dalla rete elettrica; stazioni di monitoraggio, torri per le telecomunicazioni, pompe solari, etc.

sabato 8 ottobre 2011

Olio ed olive colorati, più facile scoprire le truffe


In un recente articolo raccontavo della vastità del fenomeno delle frodi alimentari nella produzione e commercializzazione dell'olio di oliva. Le tecniche di sofisticazione si basano sulla miscelazione di olio di oliva con olio di nocciole, olio di semi, olio lampante o di sansa. Gli oli lampanti e di sansa vengono preventivamente trattati per renderli commestibili riducendone l'acidità e il cattivo odore. Infine, mediante l'aggiunta di una certa percentuale di olio extravergine di oliva o di coloranti, viene aggiustato il colore che, da quasi trasparente o giallo, acquisisce il colore verdognolo tipico di un buon olio di oliva extravergine. La bottiglia, a questo punto, è pronta per essere venduta.

Chi l'acquista ha la sensazione di aver fatto un'affare perché i prezzi di questi prodotti sono molto competitivi ed in genere inferiore ai 6 euro per litro. Il basso prezzo, giusto per essere chiari, non è sufficiente a discriminare tra un'olio di oliva extravergine genuino ed uno contraffatto. Nulla impedisce, infatti, che questi miscugli, ben confezionati in una bottiglia accattivante e con un'etichetta che evochi i buon sapori contadini, finisca sugli scaffali a prezzi più elevati. Anzi, un prezzo maggiore, potrebbe persino rendere la truffa più credibile.

Nelle frodi sull'olio di oliva, la pratica più diffusa per aggiustare la colorazione, è quella di aggiungere un colorante artificiale, l'E141ii, capace di conferire ai miscugli oleosi un bel colore verde. L'E141 è un colorante verde naturale che viene estratto da ortiche ed erba medica ed è ampiamente utilizzato in campo alimentare. L'E141i è solubile in acqua mentre l'E141ii è solubile in olio. Tale colorante non presenta controindicazioni ma per alcuni alimenti, tra cui le olive da tavola e l'olio di oliva, è vietato. E' probabile, ma è solo una mia supposizione, che il divieto serva proprio per scongiurare la contraffazione di questi alimenti.

Smascherare gli oli contraffatti è una operazione estremamente complessa sia per la vastità dei prodotti circolanti che per le difficoltà di analisi dei campioni. Una buona notizia, riportata da Il Punto Coldiretti, riguarda una innovativa metodologia sviluppata dal Consiglio Spagnolo per la Ricerca Scientifica che permette di rilevare la presenza di coloranti nelle olive da tavola. Tale metodologia potrebbe essere impiegata anche per analizzare gli oli di oliva. La sua peculiarità consiste nella semplicità e rapidità di utilizzo: appena 12 minuti per estrarre i pigmenti in soluzione acquosa e sottoporli ad analisi cromatografica liquida.

Mi auguro che lo sviluppo di nuove tecnologie di laboratorio, più rapide ed economiche, capaci di fornire informazione sulla qualità e genuinità dell'olio di oliva, potrà in futuro contrastare le contraffazioni di questo prodotto. 


mercoledì 5 ottobre 2011

Auto, pedoni e ciclisti: pessimi rapporti sulle strade

Sarà il contrasto con la vita campagnola ma quando vado in città, per una ragione o per l'altra, resto un po scioccato. Mi è capitato anche oggi. Questa volta notavo i pessimi rapporti tra pedoni e automobilisti. Gli uni sono profondamente infastiditi dagli altri. In termini di prepotenza le auto, essendo meglio corazzate, hanno il sopravvento. Per carità, capita, a volte, che un'auto si fermi sulle strisce pedonali per far passare un pedone, ma è una concessione. Più spesso bisogna usare la forza per raggiungere il lato opposto della carreggiata. Funziona bene l'attraversamento deciso, assicurandosi che ti abbiano notato per non fare una brutta fine ma meglio ancora intimare l'ALT protraendo il braccio verso gli automobilisti furiosi: vade retro, Satana!

traffico auto pedoni ciclisti camionisti apinoPer la verità anche con i ciclisti i rapporti non sono buoni e poi ci sono evidenti risentimenti tra automobilisti e camionisti ed un'odio unanime verso gli apini.

Questi, insieme a tutti quelli che procedono con ritmo blando, come forestieri, turisti o anziani, raccolgono le ire di tutti gli altri automobilisti stressati.

Come si svilupperà il conflitto con l'avvento delle auto elettriche? Queste auto silenziose, ecologiche, più rispettose, potrebbero innescare un processo di riappacificazione stradale?

Purtroppo temo di no. In alcuni test condotti recentemente è stato riscontrato che i conduttori delle auto elettriche soffrono di una nuova forma di stress, quella di rimanere a secco. In inglese la chiamano range anxiety. 

Ci mancavano solo altri stressati per le strade!


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