giovedì 30 giugno 2011

Veicoli personali volanti - La Comunità Europea inizia a pensarci

Muoversi liberamente con un piccolo aereo personale evitando traffico, code ed ingorghi. Un sogno che, forse, ha solleticato la mente di molti di noi. Ma davvero un giorno viaggeremo così? Forse si.

myCopter, PAV, PATS, veicolo aereo personale
Il progetto myCopter, finanziato dalla Comunità Europea, nasce proprio con l'obiettivo di risolvere la congestione del traffico in Europa fornendo un mezzo alternativo, economico, sostenibile e facile da utilizzare... come un'auto.

L'idea è quella di realizzare un sistema di trasporto aereo personale (Personal Air Transport System -  PATS) pensato specificatamente per coprire i tragitti casa-lavoro e per volare a bassa quota negli ambiti urbani; uno spazio libero dal traffico aereo convenzionale che avviene a quote superiori.

Il progetto coinvolge un consorzio di esperti per lo sviluppo delle tecnologie necessarie per rendere questo tipo di trasporto possibile per una vasta utenza. A questo scopo saranno sviluppati modelli di prova per la gestione dinamica dei PAV (Personal Air Veichle), prototipi senza equipaggio, simulatori di movimento, elicotteri con equipaggio, etc. Il progetto, giusto per chiarire, non ha l'ambizione di realizzare dei prototipi funzionanti ma, più realisticamente, si prefigge di porre delle basi per un futuro sviluppo di queste tecnologie.

myCopter, PAV, PATS, veicolo aereo personale
Sono molte le questioni ancora da risolvere prima che un sistema di trasporto aereo personale possa essere realizzato. Sarà necessaria una efficacie interfaccia uomo-macchina, lo sviluppo di comportamenti autonomi del veicolo per ridurre i rischi e renderlo utilizzabile dalla maggior parte delle persone, la valutazione degli impatti sociali ed economici e per finire anche un design accettabile.

Quello della foto, tutto sommato, non mi sembra niente male.


venerdì 24 giugno 2011

Mini guida ai lavori di muratura

Chi vive in campagna si trova spesso a dover eseguire qualche piccolo lavoro di muratura. Le antiche case contadine con i numerosi annessi, rimesse, forni per il pane, pozzi, muretti richiedono frequenti interventi di manutenzione specie se non hanno subito drastiche ristrutturazioni. In quest'ultimo caso l'impiego di nuovi materiali e tecniche risolvono quasi definitivamente i vari problemi ma gli edifici inevitabilmente si snaturano perdendo completamente la loro originalità. Le vere case contadine sono realizzate con materiali eterogenei, pietre, mattoni in cotto e soprattutto presentano i segni del tempo.
betoniera ponteggio

Se siete proprio alle prime armi, inizialmente, conviene rivolgervi ad un muratore di fiducia seguendolo, osservandolo e facendogli un po da garzone. Successivamente, appresi i rudimenti del mestiere, potrete provare ad arrangiarvi. E' così che sto facendo anch'io. Eviterete, così, di rivolgervi ad un muratore per ogni sciocchezza.

Inizio questa mini guida ai piccoli lavori di muratura parlando dei materiali e delle loro applicazioni tipiche.
Si tratta di malte, cementi, intonaci, etc specifici e reperibili nei magazzini di edilizia della zona in cui vivo. Se non doveste trovare lo stesso prodotto vi servirà comunque per procurarvene uno analogo.

Cemento pronto
Il cemento pronto viene utilizzato per murare mattoni, pietre, travi, etc. Si acquista in sacchi da 30 kg e per prepararlo va svuotato il quantitativo che vi serve in un secchio da muratore e mescolato con la cazzuola aggiungendo progressivamente acqua. E' perfetto per risistemare un mattone o una pietra che si è allentato, sostituire una tegola rotta, per fissare un travetto e naturalmente per realizzare muri e muretti sovrapponendo mattoni uno topo l'altro. Ha tempi di essiccazione lunghi (anche alcuni giorni) ma conferisce buona resistenza. Se ad esempio dovete risistemare un mattone che si è sfaldato dovete rimuoverlo, ripulirlo dai residui di cemento, ripulire anche la sede (con martello e scalpello) e bagnare la zona interessata schizzando con un pennello.

lavori di muratura intonaco di fondo rinzaffoIntonaco per rinzaffo (Fossa Bartolo, KC1) - L'intonaco per rinzaffo viene utilizzato per rivestire la muratura creando una superficie piana, uniforme e ruvida in modo da preparare la superficie allo strato successivo di intonaco di finitura.  Nel suo insieme il rivestimento ad intonaco ha fini estetici, funzionali e di protezione. Per preparare il rinzaffo si procede svuotando la polvere in un secchio e mescolando aggiungendo acqua finché non raggiunge la corretta consistenza. In genere si applica uno strato di circa 2 cm lanciandolo con la cazzuola sulla parete. E' molto pastoso e si aggrappa facilmente ma sicuramente un po ne cascherà anche per terra. Per assicurare di distenderne lo spessore voluto conviene sistemare due guide verticali (verificate con una livella!) sui lati fissandole con le molle da muratore, con dei morsetti o puntellandole. Dopo aver lanciato l'intonaco, aiutandovi con la cazzuola distendetela più uniformemente ed infine con un'asta (in genere di alluminio) poggiata sulle due guide laterali livellate ulteriormente l'intonaco procedendo dal basso verso l'alto. Questa operazione va eseguita partendo dalla zona più in basso e procedendo con piccole porzioni di superficie (ben inferiori al metro quadro) fino all'intonacatura dell'intera superficie. Dopo circa mezza giornata dovete raschiare la superficie (c'è un'attrezzo apposito) per rimuovere asperità ed irregolarità.

lavori di muratura intonachino fineIntonachino (Biocalce Intonachino Fine) - L'intonaco di finitura, preparato come al solito versando la polvere, aggiungendo acqua e mescolando bene viene steso sul rinzaffo o su una parete danneggiata superficialmente. Aiutandosi con la cazzuola o meglio con una spatola americana si stende un sottile strato di intonachino per poi lisciarlo con il frattazzo.

L'intonachino conferisce alla parete un piacevole aspetto estetico, uniforme, liscio ed ordinato. A quel punto manca solo di imbiancare per proteggere ulteriormente la superficie e decorarla.

lavori di muratura intonaco di fondo rinzaffo traspirante zoccolaturaBiocalce per zoccolatura - Questo è un prodotto adatto per ambienti umidi ed in particolare per pareti che risentono dell'umidità di risalita o di condensazione. Le pareti manifestano questo problema con la presenza di muffe, aloni d'umidità e tendono a sfarinare o a sgretolarsi. Va utilizzato in sostituzione all'intonaco da rinzaffo quando le circostanze lo richiedono.

Per applicare questa biocalce traspirante va prima rimosso lo strato superficiale di materiale (circa 2 cm) ritrovando la muratura in mattoni. Non serve ripulire l'intera parete ma è sufficiente applicare questo prodotto in una fascia di circa 70 cm dal pavimento (per questo si chiama zoccolatura).

Per preparare il prodotto si rovescia la polvere nel secchio da muratore e si mescola aggiungendo acqua.


lavori di muratura cemento a presa rapidaCemento a presa rapida (Kera Koll, Prestocem) - Il cemento a presa rapida o pronta presa che dir si voglia solidifica in pochi minuti. Va quindi preparato in piccole dosi da usare immediatamente. Per prepararlo prelevate con la cazzuola un po di polvere e mettetela nel secchio, aggiungete un po di acqua e mescolate bene con la cazzuola.

Questo prodotto è ideale per fissare e mettere in posa gli infissi, le scatole elettriche da incasso, la terminazione dei corrugati, etc. Il suo impiego più frequente è quello di fissare le staffe di porte e finestre. Per questo sistemate il telaio in posizione corretta, puntellatelo in qualche modo e murate le staffe con il cemento a pronta presa.

lavori di muratura colla per piastrelleColla per piastrelle e zoccoli per esterno - Anche questo è un materiale in polvere che prima dell'utilizzo va diluito con acqua e ben mescolato con una cazzuola. Viene utilizzato per pavimentare incollando le piastrelle sopra una superficie cementata e ben pulita. Spesso si tratta solo di sostituire qualche piastrella rotta o mancante. In questo caso pulite bene la sede con un mazzuolo e scalpello, spazzate bene e spalmate un po di colla con la cazzuola la dove vanno sistemate le piastrelle. E' sufficiente uno strato sottile di colla. A questo punto prendete la piastrella e spalmate circa 1 cm di colla (ovviamente) sul lato inferiore. Posizionate la piastrella ritrovando il giusto allineamento ed orientamento (in altre parole dovete ripristinare il corretto motivo del pavimento) e mantenendo un uniforme spessore delle fughe (interspazi tra una piastrella e l'altra). A questo punto pressate la piastrella, a mano o con il manico in legno del mazzuolo (altrimenti la piastrella potrebbe rompersi), in modo che sia complanare con le altre. In questa operazione potete aiutarvi con un'asta rettilinea.

lavori di muratura cemento portlandCemento Portland - Questo materiale, mescolato con un po di sabbia molto fine (nel rapporto 2 a 1) e come al solito aggiungendo acqua può essere utilizzato per colmare le fughe delle pavimentazioni, per riempire eventuali crepe sempre nei pavimenti o tra pavimentazione ed edificio, per colmare l'interspazio tra inferriate e fori di ancoraggio di inferriate, etc.








lavori di muratura sigillante acrilico ruvidoSigillante acrilico ruvido - E' ideale per riempire le piccole crepe dei muri intonacati perché è un materiale leggermente elastico in grado di assorbire eventuali piccoli assestamenti delle crepe. Di colore bianco, viene applicato con la pistola da silicone e pressato nella crepa con una spatolina. Una volta essiccato (un'ora dopo l'applicazione) può essere spazzolato per rimuovere l'eccedenza. In corrispondenza della crepa si potrà intonacare per uniformare la parete oppure imbiancare direttamente.


I sacchi dei vari prodotti (nuovi od usati parzialmente) vanno conservati all'asciutto. Potete sistemarli su di un pallet sotto ad una tettoia e ricoprirli con un nylon. In questo modo potranno essere riutilizzati.



martedì 21 giugno 2011

Lavorazioni del terreno - inerbito versus fresato

Per la lavorazione del terreno negli uliveti, nei frutteti e nei vigneti vi sono due possibili approcci:
  • lasciare inerbito
  • fresare il terreno 
La fresatura del terreno è sicuramente la pratica più diffusa e probabilmente è un tipo di lavorazione che continuerà a prevalere perché da discreti risultati, è una consuetudine ormai radicate e, specie per le piccoli realtà rurali, quando si dispone di un attrezzo (in questo caso la fresa) ci si arrangia con quello e difficilmente se ne acquista un'altro. 

vigneto inerbito lavorazione del terreno
Foto: vigneto inerbito appena lavorato con trinciastocchi

Personalmente sono un sostenitore dell'inerbito e non soltanto perché non dispongo di una fresa, la mia è stata una scelta ponderata. Lasciare inerbito presenta tantissimi vantaggi rispetto alla fresatura, almeno qui in Toscana nella zona della Valdera, ma credo che la convenienza di questo tipo di lavorazione possa essere riscontrata anche altrove. Le ragioni principali per preferire questo tipo di lavorazione sono di varia natura:
  • Protezione da erosione e frane. I fenomeni erosivi e franosi sono connessi con la frequenza ed intensità delle precipitazioni. I terreni inerbiti, specie se in pendenza, sono meno soggetti a fenomeni erosivi e franosi in quanto presentano una elevata permeabilità all'acqua, il manto erboso rallenta il deflusso dell'acqua, il suolo risulta più compatto superficialmente ed è trattenuto dalle radici.
  • Protezione dalle escursioni termiche. La presenza del manto erboso si comporta da isolante termico proteggendo le radici delle piante dalle escursioni termiche. Le piante quindi risentono meno dei repentini abbassamenti di temperatura invernali (gelate) e dell'eccessivo riscaldamento estivo.
  • Maggiore permeabilità. La presenza nel manto superficiale di una fitta rete di radici favorisce l'infiltrazione dell'acqua nel terreno. 
  • Miglior equilibrio idrico. La frequente trinciatura dell'erba inoltre crea uno strato superficiale di sostanza organica con effetto pacciamante. Il manto erboso ed i residui della trinciatura proteggono il terreno da un'eccessivo inaridimento mantenendo un tasso di umidità più costante. 
  • Aumento della sostanza organica. Lo strato superficiale dei terreni inerbiti risulta ricco di sostanza organica. Ciò comporta migliori caratteristiche fisiche del terreno e maggiore fertilità microbiologica. Tale aspetto è particolarmente importante nell'agricoltura biologica o naturale che, per quanto riguarda la concimazione, si basa essenzialmente sulla presenza di sostanza organica.
  • Miglior resistenza delle piante. I terreni inerbiti garantiscono una migliore resistenza delle piante alle malattie e allo stress legato a condizioni climatiche.
  • Minor impatto ambientale. La scelta di lasciare inerbito è migliore anche dal punto di vista ecologico. Come già accennato è la pratica più indicata per la coltivazione biologica o naturale riducendo drasticamente l'uso di concimi. Lasciare inerbito, inoltre, favorisce la biodiversità degli ecosistemi delle campagne concedendo dello spazio agli animali e comunque al mantenimento di molte erbe spontanee.
  • Radici fortemente micorrizate. Le radici delle piante coltivate nei terreni inerbiti risultano maggiormente micorrizate. Le radici micorrizate amplificano la capacità della pianta di assorbire nutrienti rendendola più resistente agli stress idrici (aridità) e alle malattie.
Un breve approfondimento. Cosa sono i funghi micorrizi e le radici micorrizate?

funghi micorrizi radici micorrizate olivo ulivo piante piantine
Le radici delle piante, in generale, ospitano dei microrganismi con i quali instaurano un rapporto di collaborazione. Si tratta di funghi simbionti micorrizici che modificano l'apparato radicale formando una nuova struttura, le radici micorrizate. Il micelio fungino sostituisce interamente i peli radicali generando un complesso radice-fungo che amplifica la superficie radicale di circa 600 volte. Estendendo la superficie di scambio suolo-radice le micorrize offrono un aumento della capacità di esplorazione del suolo arrivando anche in zone altrimenti inaccessibili alle radici delle piante non micorrizate.
Come diretta conseguenza dell’amplificazione della superficie radicale, le micorrize garantiscono un’elevata capacità di resistenza agli stress idrici estraendo acqua anche in condizioni di estrema secchezza del suolo. Le radici micorrizate sono inoltre capaci di destrutturare alcuni composti minerali dalla forma insolubile a quella solubile consentendo l'assorbimento di fosforo e azoto.
I funghi micorrizici possono infine ridurre gli effetti e le malattie causati da patogeni fungini rendendo le radici più resistenti a queste avversità.

domenica 12 giugno 2011

Il Calabrone, Vespa Crabro - da non confondersi con il Bombo

L'altra sera mentre vagavo spensierato negli Emirati Arabi a bordo di uno dei miei mezzi preferiti di locomozione, il browser, un ticchettio sul vetro della finestra mi fece interrompere il mio viaggio. Una vespa di dimensioni mostruose bussava alla finestra. Mia moglie, per la quale la fotocamera digitale  è una sorta di estensione bionica dell'avambraccio, stava già immortalando l'esemplare ed io osservavo incuriosito l'enorme insetto. Chi sei? Mi domandavo.
Calabrone, Vespa Crabro, Enorme Gigante

Provai allora a chiedere a Google: Ciao Google, questa sera una vespa gigante gironzolava attorno alla finestra, sapresti dirmi di che insetto si tratta...?
Google mi rispose con varie immagini di vespe, tra queste anche la gloriosa motocicletta della Piaggio, ma tra gli insetti riconobbi anche il mio.
Calabrone, Vespa Crabro, Enorme Gigante
Approfondendo la ricerca riuscii finalmente ad identificarlo, si trattava di un calabrone, nome scientifico vespa crabro. Le femmine possono raggiungere i 5 cm di lunghezza mentre i maschi sono più minuti e privi di pungiglione (avrei preferito il contrario!). La puntura del calabrone è molto insidiosa e dolorosa tanto che in Toscana l'insetto viene chiamato ammazzacavalli.

I nidi di calabrone sono delle costruzioni coniche con il vertice in basso realizzate con frammenti di legno e saliva e possono raggiungere dimensioni notevoli (base 25 cm altezza 70 cm). Ospitano colonie di alcune decine di individui tra cui la regina che depone e si occupa delle uova e le vespe operaie che fanno tutto il resto.

Molto spesso la gente identifica con calabrone altri insetti. Io ad esempio pensavo che il calabrone fosse quell'insetto scuro, quasi nero, simile ad un'ape palestrata che si osserva spesso sfrecciare sulle spiagge. Ebbene, quell'apone nero è un bombo (bombus). Il vero calabrone è la vespa crabro, quella gigante.

mercoledì 1 giugno 2011

La sanguinella, un'infestante da combattere

In questi giorni mi sono deciso a recuperare un vigneto che versava in pessime condizioni.  Dalla fitta vegetazione di infestanti ormai s'intravedevano solo le sommità dei pali di sostegno e la vigna era completamente annegata nella massa verde. Non tutta, alcuni tralci di vite erano riuscito a farsi spazio, volevano vivere!

piante infestanti rovo vitalba sanguinella
Liberare le piante a cui si tiene dalle infestanti è davvero faticoso ma da una grande soddisfazione (tento di motivarmi). E' come ritrovare qualcosa di perduto, ridare vita a qualcosa d'importante, riscoprire una città scomparsa (e forse qui ho un po esagerato!).

Nei filari di questa vigna abbandonata si trovano diverse intruse. Fra tutte primeggiano rovi, vitalba e sanguinella. Quest'ultima è quella che mi sta dando più filo da torcere e così, come suggeriscono i più antichi scritti di strategia militare, ho voluto approfondire la sua conoscenza:  Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie.

Proviamo!

La sanguinella (Cornus sanguinea) è una pianta rustica della famiglia delle Cornaceae. Probabilmente deve il suo nome al colore delle foglie che in autunno virano al rosso. In Toscana è molto diffusa (specie nei miei campi!) e si propaga rapidamente preferendo terreni argillosi e calcarei.

piante infestanti sanguinellaSi sviluppa come un cespuglio formando più polloni e può raggiungere l'altezza di 5 metri. I getti più giovani, a volte di colore rossiccio, possono essere utilizzati per intrecciare cesti in quanto sono molto flessibili. Fiorisce in tarda primavera (maggio) esibendo fiori bianchi e profumati che si trasformano in bacche che in autunno assumono un colore blu scuro, quasi nero.
piante infestanti sanguinella Cornus sanguinea

Le piante più sviluppate possono anche essere utilizzate come legna da ardere anche se il diametro del fusto non raggiunge grandi dimensioni (minore di 10 cm).

Nelle campagne la sanguinella è del tutto inutile e può essere considerata un'infestante per eccellenza (i rovi almeno fanno le more!) ma i fiori sono apprezzati dalle api e gli uccellini adorano cibarsi delle bacche. Pare invece che, per noi umani, la pianta sia lievemente tossica.


Ora vado a combattere...
Pulire tra i filari è abbastanza semplice, basta passare il trinciastocchi. Pulire sotto ai filari è invece faticosissimo perché il lavoro è prevalentemente manuale, con cesoie, seghetto e naturalmente il decespugliatore. Il lavoro di recupero è in qualche modo proporzionale al periodo di abbandono. Col tempo, infatti, le infestanti prendono il sopravvento e la battaglia è durissima.


Ed ecco il risultato. Che ne dite, ho vinto?
vigna vigneto filari Toscana
Per la prossima battaglia vorrei però ispirarmi ad un'altra antica massima dell'arte della guerraIl più grande condottiero è colui che vince senza combattere.

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