venerdì 29 aprile 2011

Come telefonare dall'estero a poco guadagnando una romantica cena per due

Una delle questioni che ci assilla maggiormente quando siamo all'estero (recentemente sono stato in Serbia) e come rimanere in contatto con familiari ed amici in Italia senza essere dissanguati dalle compagnie telefoniche. Il nostro inseparabile amico cellulare, infatti, quando siamo oltreconfine si rivela un serpente velenoso. Il grado del salasso dipende dall'area geografica in cui ci troviamo.

Ad esempio chiamare l'Italia dalla Serbia (zona 2) con un contratto TIM costa 2 euro al minuto e dubito che le altre compagnie siano più clementi. In pratica per dire ciao mamma siamo arrivati, tutto bene... se ne vanno una decina di euro. 


Naturalmente anche le chiamate dall'Italia all'estero sono salatissime. Per chiamare in Serbia i costi sono di 0,5 euro al minuto (se non sbaglio!) ma in questo caso paga anche chi riceve la chiamata (altri 1,45 euro/minuto) se risponde con un cellulare attrezzato con una scheda nostrana.


Per cui se vi squilla il cellulare non rispondete! Specie se è vostra moglie o la vostra fidanzata che si trova con voi all'estero. In quel caso un minuto di conversazione costerebbe ben 3,5 euro al minuto.

Se proprio non potete fare a meno di comunicare tramite cellulare vi conviene acquistare una scheda telefonica di qualche operatore locale. In Serbia c'è ne sono tanti, tutti grossomodo equivalenti proprio come da noi in Italia. Una scheda ricaricabile costo 200 dinari (pari a 2 euro) con 50 dinari di traffico telefonico incluso. Le telefonate locali costano circa 7 dinari al minuto (pari a 7 centesimi di euro) mentre le chiamate in Italia circa 50 dinari al minuto (pari a 0,5 euro minuto).

Se invece volete quasi annullare i costi per chiamare in Italia dovete disporre di un PC e naturalmente di un accesso ad internet (peraltro, in Serbia, molti bar/ristoranti offrono l'accesso ad internet gratuito). La soluzione più conveniente è quella di utilizzare Call Phone integrato in Gmail. Con questo servizio potete inoltrare la chiamata verso telefoni fissi in Italia a 0,02 US$/min (o cellulari a 0,21 US$/min). La qualità della chiamata è quella tipica del VOIP con voci marziane e ritardi fastidiosi ma con un po di pratica ci si riesce ad intendere e con i 30 euro risparmiati da quei 15 minuti di conversazione potrete andare a cena fuori... paga TIM!

venerdì 22 aprile 2011

Oggi giornata mondiale della Terra - Cosa fare per l'Earth Day?

Oggi si celebra in quasi tutto il mondo la giornata mondiale della Terra.

Earth Day Giornata della Terra
L'Earth Day è una giornata di sensibilizzazione ed informazione sulle tematiche ambientali e per questa occasione vengono organizzati eventi ed  iniziative per ricercare modi di vivere più sostenibili.

Di ciò che facciamo tutto è messo in discussione, edilizia, industria, agricoltura, alimentazione, trasporti, impiego delle risorse, smaltimento dei rifiuti, etc, etc, etc.

L'uomo, infatti, ha un'enorme potenziale distruttivo. Quasi ogni sua azione è devastante per la Terra. La sua opera di devastazione inizia presto, al mattino, quando si sveglia. Prima in bagno, poi a colazione, prosegue in auto, al lavoro e così via finché non spegne la TV per andare a dormire. Di notte siamo meno distruttivi, per noi ci pensano gli elettrodomestici.

Cosa fare allora nella giornata della Terra? Possibilmente NIENTE e lasciamo che almeno oggi la Terra tiri un sospiro di sollievo.

lunedì 18 aprile 2011

Energie rinnovabili - Potranno soddisfare le nostre esigenze?

Da alcuni recenti studi risulta che non esistono barriere tecnologiche o economiche e che le energie rinnovabili potranno soddisfare tutte le nostre esigenze energetiche entro il 2050.

Lo studio calcola che già oggi l'energia eolica on-shore, idroelettrica e geotermica costano meno rispetto all'energia prodotta da combustibili fossili e nucleare ed entro il 2020 anche la generazione di energia da eolico off-shore, dalle onde, dalle maree e dal solare a concentrazione risulteranno più convenienti. Vi sarebbero, inoltre, minori costi sociali per la gestione dell'inquinamento atmosferico e per riparare ai danni dei cambiamenti climatici.


Le energie rinnovabili potrebbero coprire i fabbisogni mondiali di energia elettrica, di energia per il condizionamento e per i trasporti. Per questo è necessaria una cooperazione internazionale ed una riduzione della domanda energetica complessiva.

Affidando i fabbisogni energetici esclusivamente al vento, all'acqua e al sole si presenta, tuttavia, il problema di armonizzare la disponibile di energia (variabile e per noi poco affidabile perché segue i cicli della natura piuttosto che i nostri) alla domanda. 

Per contrastare questo fenomeno, i ricercatori hanno individuato sette soluzioni tecniche da sviluppare:
  1. collegare differenti tipologie di fonti energetiche distribuite geograficamente
  2. ricorrere a fonti energetiche prevedibile come quella idroelettrica per livellare eventuali squilibri
  3. implementare sistemi intelligente di gestione 
  4. sviluppare sistemi di conservazione dell'energia presso i siti di generazione 
  5. sovradimensionamento la capacità di generazione per produrre idrogeno con l'eccedenza 
  6. sviluppare sistemi per rendere possibile lo stoccaggio di energia nei veicoli elettrici
  7. migliorare le previsioni meteorologiche per meglio prevedere produzione e fornitura di energia rinnovabile.
Le principali conclusioni di questa analisi sono che la strade delle rinnovabili, quale unica fonte energetica, è percorribile ed i veri ostacoli sono solo di natura sociale e politica.

Imboccheremo questa strada?

sabato 16 aprile 2011

Le finestre nelle case coloniche toscane - spifferi, condensa e dispersione di calore

Le tipiche finestre coloniche toscane sono bellissime, un peccato sostituirle. Sono purtroppo fonte di problemi per diversi motivi:

finestre infissi doppio vetro sostituzioneIntanto richiedono molta manutenzione perché il sole, l'acqua ed il vento sciupano rapidamente la protezione delle parti in legno. L'esigenza di una buona manutenzione periodica è anche dovuta alla formazione di condensa sui vetri dovuta alla bassa resistenza termica di questi (in passato si usavano quelli singoli e di piccoli spessori). Questo fenomeno è particolarmente intenso in inverno anche perché in casa siamo abituati a mantenere temperature superiori rispetto a quanto si usasse in passato. La formazione di condensa sui vetri danneggia le parti in legno creando muffe e marciume.

finestre infissi doppio vetro guarnizione spifferi
La mancanza di guarnizioni, di coprifilo ed di adeguati gocciolatoi sulla base esterna della parti mobili dell'infisso fan si che con le piogge più intense entri acqua in casa creando disagio ed a volte anche qualche danno. Dalle fessure, oltre all'acqua, trovandosi in aperta campagna, entrano anche insetti che, credetemi, possono essere tremendamente fastidiosi (zanzare, cimici, vespe, etc) ed in alcuni casi creare anche disagio e danni (galerucella dell'olmo, tarli, etc).



Con alcune modifiche agli infissi si possono ridurre in parte questi inconvenienti preservando, nella sostanza, l'infisso originale. Per questo è bene rivolgersi ad un bravo falegname perché dispone delle macchine necessarie per fare un buon lavoro. Ecco gli interventi da fare:

Sostituzione del vetro originale con un doppio vetro. Spesso su ogni anta si trovano 3 vetri separati da elementi in legno orizzontali. Con una fresa conviene realizzare un alloggiamento più profondo sbancando anche le sedi orizzontali. In questo modo si potranno sostituire i 3 vetri con un unico doppio vetro magari molto contenuto in spessore (ad esempio 3-4-3). Ma sarà già sufficiente per ridurre il fenomeno della condensa, che si verificherà solo nelle giornate più fredde, e per contenere le dispersioni di calore. Si potranno comunque ricostruire gli elementi in legno orizzontali che a questo punto avranno una funzione solo estetica.

Inserimento di una guarnizione. Il secondo intervento è quello di realizzare una piccola fresatura lungo il profilo delle ante per alloggiare una guarnizione. Ne esistono di molto contenute che non richiedono sedi profonde. In questo modo eliminerete le fessure e quindi spifferi (dispersione di calore), acqua ed insetti in casa.

Fissaggio di coprifilo e gocciolatoio. Con questo intervento ridurrete ulteriormente il problema delle infiltrazioni dell'acqua piovana in casa.

Installazione di una zanzariere. Le zanzariere sono fondamentali. Vi permetteranno, specie in estate, di tenere le finestre aperte raffrescando gli ambienti ed evitando ospiti indesiderati (insetti ed altri animaletti che adorano entrare in casa).

mercoledì 13 aprile 2011

Un'altro Pianeta per l'Umanità, gli uomini iguana, quelli verdi e gli uomini e basta

Per soddisfare la domanda di cibo, energia ed altre risorse naturali, tra 20 anni avremo bisogno di un'altro pianeta. Questo, in sostanza, è quanto emerge da una ricerca del Fondo Mondiale per la Natura (WWF), il Living Planet Report.

Un'altro Pianeta?!?! Ma dove lo troviamo?!?!


Esiste nell'universo un Pianeta simile alla Terra?  Probabilmente ne esistono tanti ma distano anni luce. Per noi terrestri, l'unico Pianeta raggiungibile che abbia condizioni ambientali vagamente simili alla Terra è Marte, il Pianeta Rosso.
Più piccolo della Terra e quasi privo di atmosfera non si presenta ospitale ma pare che ci sia acqua allo stato solido. Su Marte fa un gran freddo con forti escursioni di temperatura. D'inverno la temperatura scende a -160°C e d'estate, di giorno, può raggiungere i 30°C. L'anno dura quasi il doppio ma il giorno supera di poco le 24 ore.

Vivere su Marte è impossibile, ci vorrebbero uomini con una tempra ed una scorza diversi, forse degli esseri OGM con pelle squamosa per resistere alle radiazioni solari e branchie per filtrare quel poco di ossigeno disperso nell'aria. In pratica delle iguane addestrate.

Dovrebbero, infatti, studiare nei migliori atenei e conoscere fisica, chimica, biologia, genetica... Per la pratica potrebbero anche trascorrere un soggiorno da me, dove imparerebbero a coltivare la terra e ad arrangiarsi. Dormirebbero all'esterno sulla parete sud in buona compagnia di gechi e lucertole.
L'importante e che non facciano gli sporcaccioni che poi mi ritrovo pieno di piccoli gechi saputelli che mi parlano del bosone di Higgs.

Ma se mai questo sarà possibile, non vi sarà una migrazione in massa. Il viaggio è costosissimo, dura mesi e sulle navette spaziali c'è poco spazio. Solo alcuni coraggiosi uomini-iguana potranno colonizzare il nuovo Pianeta. Inizialmente si rifugerebbero in grotte ed anfratti ma col tempo, palmo dopo palmo, conquisterebbero il Pianeta realizzando biosfere dove vivere, coltivare, sperimentare e ... deporre le uova.

E allora che ne sarà di noi uomini-e-basta!? Continueremo a vivere sulla Terra costretti a contenderci quel poco che resta o a raccogliere le briciole degli uomini verdi (una nuova razza superiore con tanti verdoni). Già adesso è così!

lunedì 11 aprile 2011

Zopa il prestito P2P autorizzato dalla Banca d'Italia

Dopo una lunga battuta d'arresto, Zopa, il 29 Marzo 2011, ha finalmente ricevuto l'autorizzazione da parte della Banca d'Italia per operare sul nostro territorio. Per la completa funzionalità mancano ancora alcuni adempimenti ma l'apertura (riapertura!) sembra ormai prossima.

COSA E' ZOPA
Zopa è un sistema che consente agli utenti di prestare e ricevere denaro, senza intermediari.  Non è una Banca che propone una forma d'investimento e concede prestiti ma un servizio diretto tra persone. Per questo risulta conveniente sia per chi desidera investire una piccola somma di denaro sia per chi necessita di un piccolo prestito.

Questa modalità di interscambio di denaro viene anche chiamato social lending (prestito sociale) o prestito P2P (peer to peer). Con Zopa, si possono prestare somme da 100 fino a 50.000 euro e ricevere prestiti da 1.500 a 15.000 euro. La durata del prestito può essere da 1 fino a 4 anni.

Sulla base del merito creditizio, chi richiede il prestito, viene assegnato ad un mercato al quale è associato l'ammontare degli interessi richiesti. In Zopa vi sono 4 mercati designati con le lettere A+, A, B e C dal più affidabile al meno affidabile.

Il merito creditizio è un parametro che misura il grado di solvibilità di un debitore ovvero quanto, sulla base di reddito e patrimonio posseduto, è ritenuto affidabile nella restituzione del prestito. Un individuo che ha reddito stabile e patrimonio di valore avrà un maggior merito creditizio e potrà richiedere un prestito nel mercato A+ o A mentre chi ha una situazione più precaria sarà assegnato ai mercati B o C.

Per chi presta il denaro, invece, vi è una maggiore discrezionalità. Può scegliere, infatti, di frazionare il prestito tra più persone con tagli minimi da 10 euro e di investire in diversi mercati trovando il miglior equilibrio tra interessi e sicurezza dell'investimento.

Zopa offre ulteriori funzionalità ed un ambiente web per operare.

sabato 9 aprile 2011

Il futuro della mobilità, auto ibride ed elettriche

Il progetto di legge presentato di recente dalla Commissione Europea che ambisce, entro il 2050, alla eliminazione delle auto alimentate da combustibili fossili nelle città Europee è sicuramente stato incoraggiato dal debutto di alcune auto elettriche nelle concessionarie. SI PUO' FAREEEEE!!! hanno gridato nelle stanze di Bruxelles.

Ed in effetti, dopo una lunga fase prototipale, dove s'intravedeva solo qualche concept car, le auto elettriche si stanno moltiplicando. La i-MiEV della Mitsubishi, la Peugeot iON,  la Citroen C-Zero, la Smart Electric Drive, ...

Tutte a forma di ovetto ed esteticamente non troppo diverse dalle attuali city car a combustione interna. Ciò che cambia, oltre ai prezzi elevati (attorno ai 30000 euro) è il cuore che pulsa all'interno. Anzi non pulsa ma ruota silenzioso. Un motore elettrico, un inverter ed un pacco di batterie ed il motore a scoppio insieme al serbatoio di carburante va in pensione.
Non proprio visto che, nei prossimi anni di transizioni, le auto protagoniste saranno quelle ibride. Dal 2012 tutte le nuove auto dovranno essere perlomeno Micro-Hybrid ovvero con funzione Stop&Start, capaci di spegnere il motore durante le soste (semafori, code, etc) e di accumulare l'energia in decelerazione e frenata che sin'ora veniva dissipata inutilmente.  Ma vi saranno anche le Mild-Hybrid con funzione Stop&Start e batterie e motore elettrico per coadiuvare il motore tradizionale in fase di accelerazione e le Full-Hybrid che oltre alla funzione precedenti possono percorrere brevi tratti di strada con il solo motore elettrico. A breve compariranno anche le Full-Hybrid Plug-in che potranno essere ricaricate con una normale presa di corrente o tramite apposita colonnina di ricarica rapida.

Molte case automobilistiche hanno già approntato i loro modelli più o meno ibridi e tanti altri ne sforneranno nei prossimi anni. Toyota, Lexus, Honda, Kia, Peugeot, Ford, Yo-Auto,... impossibile elencarle tutte.

Le auto ibride rappresentano il tramite verso le elettriche perché incorporano la vecchia tecnologia con la nuova. Possono quindi essere alimentati dai consueti combustibili avvalendosi dell'attuale rete di distributori (garantire buona autonomia) e risultano più parche nei consumi e meno inquinanti specie nel traffico cittadino.  La duplice anima (combustione/elettrica) le rende un po più verdi ma anche più costose. Le auto elettriche invece soffrono ancora di alcune limitazioni dovute alla scarsa autonomia (in genere minore di 200 km) ed alla mancanza di una rete adeguata di stazioni di rifornimento. Le due cose insieme le rendono appetibili solo in certi contesti dove non vi sono esigenze di lunghe percorrenze e vi è garanzia di raggiungere una stazione di rifornimento pubblica o privata prima che si scarichino le batterie.

Il costo elevato delle auto elettriche è in gran parte dovuto proprio alle batterie. Vengono impiegate quelle agli ioni di litio già diffuse nei cellulari, notebook, etc perché capaci di molteplici cicli di ricarica (inferiori a 10000), una buona densità di energia (circa 0,2 kWh/kg; circa 0,5 kWh/litro) e mantengono la carica a lungo (poche dispersioni). Per garantire un'autonomia di circa 150 km le batterie devono contenere grossomodo 25kWh di energia. A bordo delle vetture elettriche devono quindi trovare posto circa 125 kg di batterie che vengono sistemate in basso sul pianale dell'autotelaio per conferire stabilità. Poiché con le attuali tecnologie il prezzo di una batteria agli ioni di litio è di circa 600 Euro/KWh l'intero battery-pack ha un prezzo di circa 15000 euro, incidendo sul prezzo della vettura per circa il 50%. Nuovi processi industriali porteranno nei prossimi anni ad una riduzione di questi costi e forse anche in Italia prima o poi introdurranno incentivi all'acquisto.

In tempi brevi nelle città di Milano, Roma e Pisa saranno installate alcune centinaia di stazioni di rifornimento pubbliche. Ma per una rete capillare nazionale ed europea bisognerà attendere chissà quanto. Colonnine di rifornimento potranno essere anche installate presso aziende e privati. Queste assicurano tempi di ricarica rapidi (inferiori ad 1 ora) ma sempre ben lontani dai nostri standard attuali. Collegando invece la vettura ad una presa elettrica tradizionale bisognerà attendere 6, 7 ore per il pieno.

Alcune osservazioni.
  1. come mai nel progetto di legge della Commissione Europea non si punta anche ad una riduzione del traffico, dei disagi, degli incidenti, etc mediante l'incentivazione seria del telelavoro?
  2. perché in Italia mancano incentivi adeguati all'acquisto delle auto elettriche?
  3. è necessario il transitorio con le ibride o si poteva puntare subito alle elettriche? In fondo, nonostante alcune limitazioni, i campi d'impiego sarebbero enormi.
  4. perché le auto elettriche non sono ricoperte da celle fotovoltaiche in modo da avere una propria capacità di ricaricarsi in completa autonomia?
  5. potrebbero l'insieme di auto elettriche costituire una rete distribuita di accumulo di energia che compensi alle fluttuazioni di energia rinnovabile (solare, eolica, etc)?



mercoledì 6 aprile 2011

Il futuro dei trasporti secondo l'Unione Europea

Il settore dei trasporti di merci e di persone, insieme alla logistica costituiscono un elemento strategico per l'Europa.  La congestione del traffico, la dipendenza dai combustibili fossili e l'inquinamento compromettendo l'efficienza del settore sia in termini economici che di vivibilità.

Il progetto di legge presentato la settimana scorsa dalla Commissione Europea vuole introdurre cambiamenti radicali nel settore. Le motivazioni, gli obiettivi e le idee di questi ambiziosi piani sono raccolte in un documento: The White Paper

Tra i provvedimenti più drastici c'è quello di ridurre progressivamente l'impiego di auto alimentate con combustibili fossili sino alla loro completa eliminazione nel 2050 in tutte le città europee. Le auto saranno elettriche e vi sarà un maggior ricorso ai mezzi pubblici.


La UE, infatti, intende dare priorità al trasporto pubblico, eventualmente introducendo nuove tasse sui carburanti che costringano i cittadini ad utilizzare mezzi di trasporto alternativi. 

La rivoluzione dei trasporti riguarderà anche il traffico aereo, ferroviario e navale.
Nel video qui sotto ad ultimo sono riportate alcune immagini del nostro futuro. 
Devono aver guardato tanti film di fantascienza ultimamente!




Trovate altre info a questo link

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domenica 3 aprile 2011

Gufi e civette non portano sfortuna ma sono una benedizione

gufi civette sfortunaQuando scendono le tenebre diventiamo subito più sospettosi. Nell'oscurità la nostra percezione si distorce. Ogni rumore ci allerta, i fruscii si amplificano e scorgiamo solo sagome ed ombre.
Immaginate ora di voltarvi ed imbattervi in una creatura come questa.

Forse è per questo che i rapaci notturni come gufi e civette non godono di buona considerazione. Siamo portati a ritenere che gli esseri che si muovono al buio siano malvagi e forieri di sventura. In altre parole portano sfortuna. Questa credenza risale al passato ed anche se da molti sono ormai stati completamente riabilitati per altri permane il pregiudizio e gufi e civette vengono spesso allontanati.

topi riproduzione gufi civette

Passiamo al topo, quello comune, il topolino insomma. L'uomo è il più grande amico del topo. Dove c'è l'uomo ci sono anche i topi, nelle campagne, nelle città. Altrove sono più rari. I topi ci adorano perché gli procuriamo cibo, provviste e ripari. Noi non ricambiamo anzi spesso ci fanno un po ribrezzo. I topi inoltre possono fare danni all'interno degli edifici (case, uffici, magazzini, etc) e in agricoltura e sono portatori di malattie.

I topi sono molto proliferi. Una cucciolata può contare da 5 a 15 piccoli che in poche settimane sono pronti per riprodursi con periodi di gestazione di appena 20 giorni. Una femmina può procreare fino a 200 individui all'anno. In assenza di antagonisti la popolazione di topi cresce in modo esponenziale. E' per questo che nei campi coltivati vengono impiegati veleni appositi e nelle città ed industrie si contrastano con derattizzazioni periodiche.

Torniamo ai nostri gufi e civette. Diversamente da quanto si possa pensare, i rapaci notturni hanno anche comportamenti sociali. Spesso vivono in coppie, famigliole, piccoli gruppetti ma anche vaste comunità. I gufi, ad esempio, nelle ore diurne in alcuni periodi invernali si aggregano a riposare su alberi. Questi ritrovi collettivi sono chiamati roost. In Europa vi sono tantissimi roost e molti di questi si trovano nelle città. A Kikinda (in Serbia) ve n'è uno in pieno centro tra i più importanti di tutta Europa.
gufi roost Kikinda Serbia
Un'enorme albero nella piazza principale proprio di fronte ad alcuni bar ed una scuola. Qui si danno appuntamento centinaia di gufi, fino  a 740 riporta la targa esplicativa.

gufi roost targa Kikinda Serbia

Ma la popolazione è assai più vasta perché nidificano anche altrove, su alberi, tettoie, etc. All'imbrunire, abbandonano i posatoi per volare silenziosi verso le campagne e procacciarsi il cibo.

Questi rapaci si nutrono quasi essenzialmente di topi. In media ne predano 3 o 4 al giorno. In una giornata soltanto la collettività del roost di Kikinda preda fino a 600 topi ed in un anno 200.000.
Gufi e civette sono i veri antagonisti dei topi. La loro presenza permette di contenerne il numero senza dover ricorrere a veleni garantendo enormi risparmi, maggiore salubrità dei cibi e dell'ambiente.
Un biologo di questa città sostiene che gufi e civette non portano sfortuna ma sono una benedizione.

Il documentario qui sotto è in lingua serba ma le immagini parlano chiaro.




venerdì 1 aprile 2011

Ritorno al passato - Kika il Mammut di Kikinda

C'è chi sostiene che scienza e tecnologia possano guidarci verso un nuovo sviluppo sostenibile senza quindi rinunciare a modernità e comfort così come siamo abituati ad intenderlo e chi ritiene invece che sia necessario ritornare al passato spogliandoci degli abiti modaioli, dei gadget elettronici, degli elettrodomestici, ...
Personalmente preferisco guardare in avanti ma se proprio dovessi cominciare una vita più semplice, con pochi indumenti dimessi, una dimora contadina ed un po di terra da coltivare vorrei un paio di bestie come queste.
Kika il Mammut di Kikinda

Mammut fossile Kikinda

 Le chiamerei Kiko e Kika e le terrei davanti casa o nella rimessa al posto del trattore.

Mammut fossile Kikinda
Questi pachidermi vivevano sul suolo europeo sino a 10000 anni fa e sono dei lontani parente dell'elefante. L'esemplare di queste foto è stato ritrovato nel 1996 a Kikinda (in Serbia) in una cava di argilla a 21 metri di profondità ed è esposto nel cortile del museo della città. Lo si può ammirare, fotografare,...persino accarezzare (anche perché è una fedele riproduzione di quello vero esposto all'interno del museo!)


Mammut fossile Kikinda ginocchio
Mammut fossile Kikinda ginocchioIl mistero della scomparsa dei mammut non è stato ancora decifrato. Si pensa ai cambiamenti climatici, alle epidemie. Vi sono prove che l'Homo Erectus se ne cibasse ma l'ipotesi che l'estinzione dei mammut sia da attribuire ai nostri antenati fu scartata (i casini li combiniamo solo ultimamente!)

Resti di Mammut sono frequenti, una zanna qui, un femore la, ma è raro trovarne di così integri. Il Mammut di Kikinda è completo. Si chiama Kika dal nome della città ed era una femmina di 64 anni. L'età è stata desunta dalle zanne la cui sezione mostrava degli anelli come i tronchi degli alberi. Altezza di 4,7 metri, zanne di 3,5 metri ed un peso da viva di 7 tonnellate con pelo corto di colore rosso-bruno.

La parola mammut proviene dalla Russia, dalla lingua tartara ed è legata alla parola mamma, che significa paese. In Siberia nel 1977 fu trovato Dina, un piccolo di mammut mummificato così ben conservato che alcuni scienziati provarono addirittura ad estrarne il DNA ma la sequenza risultò incompleta.

Mammut fossile Kikinda zanne
Riusciremo a clonarli?

Spero di no ma visto che ormai ci sentiamo in grado di domare l'atomo e la vita ne ordino due. Brucherebbero l'erba come capre, con un paio di zampate dissoderebbero il terreno e scommetto che non dovrei temere visite indesiderate. Certamente andrebbero un po addomesticati...
Kiko non fare la pupù davanti casa!

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